Contesto normativo
Col fine di eliminare ogni distinzione o limitazione basata sul sesso, il legislatore è intervenuto ulteriormente rafforzando il Codice delle Pari opportunità (D.lgs. n 198/2006) con obblighi più stringenti per le aziende.
Quali obblighi e per chi
Viene istituito l’obbligo per le aziende con più di 50 dipendenti di redigere un rapporto sulla situazione del personale maschile e femminile in ognuna delle professioni e in relazione allo stato di assunzioni, della formazione, della promozione professionale, dei livelli, dei passaggi di categoria o di qualifica, di altri fenomeni di mobilità, dell’intervento della Cassa integrazione guadagni, dei licenziamenti, dei prepensionamenti e pensionamenti, della retribuzione effettivamente corrisposta.
Questo rapporto deve essere compilato e trasmesso in modalità telematica tramite il sito istituzionale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e, conseguentemente, alle rappresentanze sindacali aziendali, ogni 2 anni.
Il rapporto sarà accessibile dai consiglieri di parità territoriali, Ispettorato nazionale del lavoro, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, all’Istituto nazionale di statistica e al CNEL.
Le imprese di dimensione inferiore possono comunque adempiere ma su base volontaria.
Sanzioni
Nel caso in cui il datore di lavoro non ottemperi a tale obbligo sono previste sanzioni e verifiche ad opera dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, che possono comportare la sospensione per un anno dei benefici contributivi eventualmente goduti dall’azienda
Nel caso di trasmissione di dati mancanti o non veritieri, potranno essere applicate sanzioni, conseguenti a verifiche dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, tra i 1.000 e i 5.000 €.
Entità dello sgravio
L’azienda che si certifica secondo la UNI PDR 125, per la parità di genere ha diritto a un bonus contributivo mensile pari all’1% della contribuzione complessivamente dovuta dal datore di lavoro, entro il limite massimo di 50.000 euro annui per azienda.
Per avere una idea di massima, potremmo considerare uno sgravio da parte del datore di lavoro, rispetto alla retribuzione complessiva dovuta al proprio personale, di circa lo 0,3/0,4 % del totale.
Possiamo ben capire come lo sgravio sia maggiormente impattante per quelle aziende che hanno un numero considerevole di dipendenti e un impatto dal punto di vista contributivo degli stessi considerevole