Aprile 2025

 

Negli ultimi anni, l’integrazione dei criteri ESG (Environmental, Social, Governance) nella gestione aziendale è diventata una leva strategica per la competitività e la sostenibilità delle imprese. Questa evoluzione ha avuto importanti ripercussioni anche sul fronte della responsabilità amministrativa degli enti ex D.lgs. 231/2001, imponendo un aggiornamento dei Modelli di Organizzazione, Gestione e Controllo (MOG) per includere i rischi legati a tematiche ambientali, sociali e di governance. 

 

ESG e nuovi reati presupposto nel D.lgs. 231/2001 

Il legislatore ha progressivamente ampliato il catalogo dei reati presupposto, includendo fattispecie direttamente connesse ai principi ESG. In particolare: 

  • Ambiente (E): con l’inserimento dei reati ambientali (art. 25-undecies), le aziende devono mappare e mitigare i rischi legati a inquinamento, gestione illecita di rifiuti, disastri ambientali e violazioni della normativa ambientale. 
  • Sociale (S): i reati in materia di salute e sicurezza sul lavoro (art. 25-septies) e i reati contro la personalità individuale, come il caporalato o lo sfruttamento del lavoro (art. 25-quinquies e 25-quinquiesdecies), impongono una maggiore attenzione a condizioni lavorative eque, inclusive e sicure. 
  • Governance (G): i reati societari (art. 25-ter), la corruzione tra privati e nei rapporti con la pubblica amministrazione (art. 25 e 25-decies), la gestione trasparente dei dati (art. 24-bis), riflettono l’importanza di una governance solida, trasparente e conforme. 

 

L’adeguamento dei Modelli 231 alla luce dell’ESG. 

Integrare i fattori ESG nei Modelli 231 non è solo un obbligo derivante dal mutato quadro normativo, ma anche un’opportunità per rafforzare il sistema di controllo interno e la cultura etica dell’organizzazione. Gli aggiornamenti devono riguardare: 

  • Mappatura dei rischi ESG: identificazione dei processi e delle attività sensibili ai nuovi reati presupposto legati all’ambiente, al sociale e alla governance. 
  • Aggiornamento del sistema disciplinare e dei protocolli: predisposizione di procedure, controlli e misure preventive adeguate a presidiare i rischi ESG. 
  • Formazione e cultura aziendale: promozione della consapevolezza interna attraverso corsi specifici, campagne di comunicazione, coinvolgimento attivo degli stakeholder. 
  • Ruolo dell’Organismo di Vigilanza (OdV): potenziamento delle competenze e delle attività di monitoraggio rispetto ai temi ESG, anche in sinergia con le funzioni di sostenibilità e compliance. 

 

ESG come strumento di prevenzione 

L’adozione di strategie ESG, se strutturata e integrata nel MOG 231, rappresenta un presidio concreto per la prevenzione dei reati presupposto, contribuendo non solo alla riduzione del rischio sanzionatorio, ma anche alla creazione di valore sostenibile e reputazionale. 

L’approccio proattivo alla sostenibilità, pertanto, si traduce in una maggiore resilienza organizzativa e in un vantaggio competitivo, rispondendo alle aspettative del mercato, degli investitori e delle istituzioni. 

 

 

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